Social Eating, organizzare un pranzo per ospiti sconosciuti

Per comprendere quanto possa essere strano il popolo italiano non necessitava di certo la scoperta del social eating. Per una incredibile sudditanza nei confronti di tutto ciò che viene dall’estero, l’italiano medio è pronto a cancellare i propri ricordi e le proprie abitudini e tradizioni.

Oggi, una delle ultime mode è proprio il social eating. Eppure, non tanto tempo fa, in special modo fra le coppie giovani e da poco sposate, era una tradizione più che assodata, organizzare delle cene, dei pranzi a casa propria, dove i vari ospiti contribuivano portando ognuno qualcosa. Chi era meno bravo in cucina, di solito, si occupava delle bibite. Una sorta di social eating ante litteram, forse più casareccio e più genuino.

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Oggi, nell’era dei social sembra quasi che i normali rapporti fra gli essere umani possano avvenire esclusivamente attraverso le community, luoghi virtuali dove è possibile trovarci di tutto. Il social eating è divenuto un must, un qualcosa di “in” per non essere “out”. Ma è una trovata per poter arrotondare le magre entrate? Ai posteri all’ardua sentenza. Oggi quel che conta e che il tutto avvenga alla luce del sole e nei parametri di legge.

Il social eating non può essere di certo trasformato in una grottesca boutade. Pur tuttavia, per colpa di qualche solito furbetto, di qualcuno che basa la propria filosofia di vita sull’arte di arrangiarsi sempre sulle spalle di chi è onesto, vi è il forte rischio che il social eating venga ad essere tramutato ben presto in una macchina di soldi, cosa che sarebbe davvero triste.

È più che mai necessario che il social eating non abbia alcun ombra e nemmeno chiaroscuri e che quindi venga preservato il suo vero senso. Per fortuna vi sono numerose persone che vivono questa nuova forma di incontro, basandosi su onesti e sani principi morali ed etici.…